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Efficienza energetica!

31/1/2014

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La Direttiva Europea 2010/31/CE del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell'edilizia è stata pubblicata sulla Gazzetta Europea del 18 giugno 2010 ed è entrata in vigore l'8 luglio 2010. Dal 1° luglio 2012 ha sostituito la Direttiva 2002/91/CE. La nuova Direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e delinea il quadro comune generale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici al quale gli stati membri dovranno adeguarsi. La metodologia di calcolo della prestazione energetica dovrà essere determinata sulla base delle caratteristiche termiche dell'edificio e delle sue divisioni interne, degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua calda, di condizionamento, di illuminazione, e sulla base dell'orientamento dell'edificio. La Direttiva prevede che vengano redatti i piani nazionali destinati ad aumentare il numero di "edifici ad energia quasi zero", cioè di edifici ad altissima prestazione energetica, in cui il basso fabbisogno sia coperto da fonti rinnovabili. Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad energia quasi zero.

La situazione normativa italiana è caratterizzata da un quadro legislativo ancora incompleto, cui si affiancano Regioni contraddistinte da leggi ed esperienze molto avanzate ed altre ancora poco sensibili al tema dell'edilizia sostenibile.

In Italia le prime disposizioni in materia di certificazione energetica degli edifici sono state emanate con la Legge 9 gennaio 1991, n.10, volta a favorire l'uso razionale dell'energia, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi di energia nei processi produttivi. Nel 2005 è stato avviato il recepimento della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia, che ha introdotto nell'Unione Europea la certificazione energetica degli edifici. Il primo provvedimento di recepimento della Direttiva 200/91/CE è stato il D.lgs 19 agosto 2005, n. 192, che ha fissato le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici ed ha stabilito i criteri generali per la certificazione energetica. Il D.lgs 192/2005 è stato modificato ed integrato con il D.lgs 29 dicembre 2006, n. 311, che ha esteso gradualmente l'obbligo della certificazione energetica a tutti gli edifici.

I decreti legislativi 192/2005 e 311/2006 prevedevano l'emanazione di 3 decreti attuativi:
  1. un regolamento con le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici;
  2. le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici;
  3. un regolamento che fissi i criteri di accreditamento degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica.


La normativa nazionale in materia di certificazione energetica si applica alle Regioni e Province autonome che non hanno ancora adottato propri provvedimenti in attuazione della Direttiva 2002/91/CE.

La Regione Calabria ha emanato nel novembre 2011 le proprie norme per l'abitare sostenibile (legge regionale 4 novembre 2011, n. 41 "Norme per l'abitare sostenibile"). La legge fissa i principi della sostenibilità in edilizia a partire dalla pianificazione urbanistica. Lo strumento di attuazione è la certificazione della sostenibilità basata sul Protocollo ITACA. 
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Normativa antisismica!

31/1/2014

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La frequenza e la forza con cui si manifestano i terremoti è definita sismicità ed è una caratteristica fisica del territorio. Conoscendo la frequenza e l'energia dei terremoti che caratterizzano un territorio, ed attribuendo un valore di probabilità al verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo di tempo, se ne può definire la pericolosità sismica. La predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata si definisce vulnerabilità, quanto più un edificio è vulnerabile tanto maggiori saranno i danni. Infine, la presenza di beni esposti al rischio, cioè la possibilità di subire un danno è definita esposizione. Dalla combinazione tra pericolosità, vulnerabilità ed esposizione, si determina il rischio sismico. L'Italia ha una pericolosità sismica medio-alta, una vulnerabilità molto alta ed un'esposizione altissima. La nostra penisola è dunque ad elevato rischio sismico.

Le norme europee di riferimento per la progettazione strutturale sono gli Eurocodici. Ogni Eurocodice tratta un preciso argomento. L'Eurocodice 8 è dedicato all'aspetto sismico e si collega agli altri in relazione al materiale utilizzato. 

Per la normativa italiana il termine "antisismica" comprende sia la classificazione sismica del territorio nazionale, recante la definizione delle zone sismiche, che la normativa tecnica che prevede, per ciascuna zona, specifici criteri progettuali e costruttivi, definiti per edifici, ponti ed opere di fondazione e di sostegno dei terreni. La legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne di livello internazionale, prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio deve sopportare i terremoti meno forti senza gravi danni e i terremoti più forti senza crollare, salvaguardando innanzitutto le vite umane.

Nel 2003, la Protezione Civile ha emanato l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 che contiene i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi più recenti relativi alla pericolosità sismica del territorio. Il territorio nazionale è stato suddiviso in 4 zone individuate da 4 classi di accelerazione massima al suolo con probabilità di accadimento del 10% in 50 anni. 

Il 14 gennaio 2008 il Ministro delle Infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'Interno e con il Capo Dipartimento della Protezione Civile, ha emanato le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008), la cui applicazione è obbligatoria dal 1° luglio 2009. Le istruzioni per l'applicazione delle nuove NTC sono arrivate con la Circolare n. 617 del 2 febbraio 2009. Il testo normativo fornisce indicazioni sulle procedure di calcolo e di verifica delle strutture, nonché le regole di progettazione ed esecuzione delle opere.

Ulteriori disposizioni specifiche per le costruzioni in zone sismiche sono contenute nel Testo Unico dell'Edilizia, DPR 380/2001. In particolare la Parte II, Capo IV, Sezione I contiene i principi generali cui devono adeguarsi le norme per le costruzioni in zone sismiche.

La Calabria è l'unica regione italiana ad essere interamente compresa nelle zone 1 e 2. La Regione ha recepito le direttive nazionali con la Delibera 47/2004. La Legge antisismica regionale è la 35/2009 che disciplina le procedure riguardanti gli interventi strutturali e la pianificazione territoriale in prospettiva sismica, attuata con il Regolamento 7/2012. Tra le ultime leggi di modifica, vi è la 25/2012 che estende la verifica preliminare di conformità ai progetti di tutte le opere classificate come edifici e ponti. 
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Nuovi parametri per calcolare la parcella!

30/1/2014

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Il decreto parametri bis (DM n. 143/2013) arriva finalmente alla prova dei fatti dopo mesi di teoria e di ipotesi. E si prepara a fare da riferimento per calcolare gli importi da porre a base delle gare di progettazione.

Le regole contenute nel nuovo DM differiscono fortemente dai vecchi riferimenti tariffari. In primo luogo si ha un unico parametro che esprime la percentuale per tutte quelle che in passato venivano chiamate classi e categorie. Altro elemento fondamentale è il grado di complessità G, funzione della complessità della prestazione, in linea con i sistemi tariffari attualmente in vigore in Europa. Tecnicamente il compenso si ottiene mettendo in relazione le singole categorie componenti l'opera con il parametro Q (la somma delle aliquote parziali che compongono l'opera), il parametro G (il grado di complessità attribuito a ciascuna opera) ed il parametro P (il valore percentuale posto a base di calcolo per ogni categoria).

La modalità con la quale saranno applicate le nuove tabelle, in vigore dal 21 dicembre scorso, è tutt'altro che un dettaglio. Non è un caso che architetti ed ingegneri si siano immediatamente affrettati a mettere a disposizione delle PA un software di calcolo: Blumatica Corrispettivi Opere Pubbliche. L'obiettivo, da un lato, è di evitare che nei primi mesi di applicazione del nuovo decreto ci siano degli errori di calcolo. Dall'altro, si vuole bloccare la nascita di un mercato dei software che speculi sul decreto.
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6000 ricorsi!

24/1/2014

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Il finanziamento a pioggia delle piccole opere attuato con il piano "6000 Campanili" rischia di causare una reazione uguale e contraria: una pioggia di ricorsi. Infatti il piano ha fatto festeggiare 115 comuni, ma ne ha scontentati quasi 3500.

Il sistema del click day non è piaciuto agli enti locali, che lo hanno vissuto come una lotteria. La lista dettagliata del ministero delle Infrastrutture dice che i primi 108 comuni hanno inviato le email nell'arco di 21 secondi e gli altri 7 sono rientrati solo grazie alle riserve previste dal bando; ad esempio il comune di Marebbe è stato ripescato perché tra i premiati doveva esserci almeno un comune del Trentino Alto Adige. Gli ulteriori finanziamenti in arrivo verranno concessi a scorrimento della lista. 

Intanto lo scontento sta preparando il terreno agli inevitabili ricorsi. 
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Un ente importante: la Regione!

22/1/2014

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Uno ci prova ad essere ottimista, ad impegnarsi per portare avanti una professione difficile ed impegnativa come quella dell'ingegnere, ma vedendo queste cose viene solo voglia di andare via, lontano da questa terra che merita il suo stato di profondo degrado. Dove chi ti dovrebbe controllare è il primo che cerca di sfuggire ai controlli e far si che si possa fare tutto ed il contrario di tutto.

Il fatto a cui mi riferisco è il seguente: La Regione Calabria propone, in data 13 gennaio 2014, un bando per poter stilare una banca dati dei progetti relativi ad opere di difesa del suolo. E fin qui niente di strano, se non fosse che il tempo necessario per produrre gli elaborati progettuali è stimato in giorni lavorativi quattro. Cose assurde se si pensa che quei giorni sarebbero necessari solo per fare uno screening del territorio e fissare le idee sul da farsi.

Io mi chiedo come sia possibile fare tutto ciò in così poco tempo, a meno che "gli enti amici" non siano già stati avvisati della prospettiva e quindi abbiano già redatto in precedenza gli elaborati in attesa che il politico di turno pensi a sistemare le cose per il verso giusto. 

Sinceramente mi viene il voltastomaco al solo pensiero di dovermi inchinare di fronte questi mascalzoni che approfittano della situazione di dramma in cui versa il nostro territorio e cercano di portare avanti le loro clientele. E sono convinto che sarà sempre peggio. Per il momento cercherò di resistere, ma se dovessi continuare a vedere queste porcate non esiterei ad andare fuori dall'Italia.

La durezza di questo post è direttamente proporzionale alla schifezza di questa "specie" di bando aperto alle pubbliche amministrazioni.
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Studio open source!

13/1/2014

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Con questo breve articolo cercherò di trattare un argomento molto vasto e, soprattutto, farò in modo di coniugare la mia sfrenata passione per la tecnologia con le attività che svolgo quotidianamente per lavoro.

Nella mia attività di ingegnere civile utilizzo diversi software per la realizzazione di documenti, calcoli e disegni che richiedono un notevole grado di sviluppo. In genere cerco di non discostarmi molto dai programmi più conosciuti per non avere problemi di compatibilità con i miei colleghi, ma la mia infinita curiosità mi porta ad esplorare anche gli applicativi open source. A mio modo di vedere allo stato tecnologico attuale esistono diversi applicativi open source con i quali è possibile svolgere quasi tutte le attività connesse all'esercizio di uno studio tecnico professionale. Dico quasi tutte, perché ci sono dei software di calcolo automatico che necessitano, straordinariamente, di una licenza proprietaria.

L'elaborazione di documenti di testo, la preparazione di presentazioni mediante diapositive, la redazione di tabulati di calcolo può essere facilmente effettuata con le cosiddette suite per la produttività d'ufficio. La più nota e diffusa è quella derivata da StarOffice, il cui codice di calcolo venne reso open dal produttore Sun Microsystem ed ha dato il via al diffusissimo OpenOffice.

Per le elaborazione delle immagini le alternative ai software proprietari sono numerose ed altrettanto valide. Tra le tante cito le due con le quali ho maggior familiarizzazione: Qcad e GIMP. 
  • Qcad è un programma CAD che si caratterizza per la grande semplicità di utilizzo che si riflette nell'interfaccia chiara e razionalmente organizzata. Imparare a disegnare con Qcad risulta davvero facile e rapido; per disegni ordinari possono bastare pochi giorni per acquisire una soddisfacente autonomia. Viceversa, per chi è già abituato a disegnare con Autocad l'eccessiva semplicità e la diversità dell'interfaccia possono costituire un freno all'adozione;
  • il software GIMP è un evoluto programma di manipolazione grafica delle immagini ed oltre ad essere multipiattaforma è anche adatto ad una grande varietà di differenti elaborazioni di immagine inclusi il foto ritocco, la composizione e la creazione di immagini. Nello studio tecnico può essere utilizzato come semplice programma di disegno, come programma per il fotoritocco professionale, come sistema di elaborazione batch in linea, come convertitore di formati ed altro ancora.

Tra gli applicativi per elaborazioni statistiche si segnala GRETL che, utilizzato nello studio tecnico, permette di eseguire facilmente i complessi calcoli relativi alle analisi di regressione.

Pur potendo gestire le attività di base di uno studio tecnico con software open source, molto spesso, può verificarsi la circostanza per la quale un determinato applicativo sia disponibile solo per un sistema operativo proprietario e, quindi, nasca l'esigenza di far coesistere, sullo stesso computer, più sistemi operativi. Questa esigenza è facilmente risolvibile tramite il partizionamento del disco rigido e l'installazione di un altro sistema operativo. Ci si troverà, quindi, nella condizione di avere due sistemi operativi differenti sulla stessa macchina. Ma forse questo, per l'ingegnere medio, è troppo complicato! 
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115 Campanili!

10/1/2014

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Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, ha firmato ed inviato alla Corte dei Conti, il decreto con la graduatoria dei Comuni ammessi a finanziamento nell'ambito del programma denominato "6000 Campanili". Sono stati finanziati 115 interventi per un importo medio di 860 mila euro ciascuno.

A farla da padrone sono stati i comuni piemontesi, capaci di piazzare ben 34 progetti sui 115 finanziati, seguiti dalle Marche e dalla Lombardia con 13 progetti finanziati ciascuna. I fondi per i primi 100 milioni di finanziamento, distribuiti attraverso il famoso click day, sono andati bruciati nel giro di due minuti e mezzo. Il sistema, basato esclusivamente sull'orario di arrivo della richiesta fatta attraverso posta elettronica certificata ha seminato scontento e delusione tra gli esclusi. 

Diverse le segnalazioni di malfunzionamento non direttamente imputabili agli enti comunali. Ad esempio, alcuni Comuni che hanno utilizzato per l'invio una casella di posta elettronica certificata fornita direttamente dal governo si sono visti rifiutare la mail, perché la comunicazione tra le caselle di posta elettronica pubbliche è possibile solo tra indirizzi mail inclusi nell'indirizzario della pubblica amministrazione.

Nel mirino anche alcuni provider. I Comuni che hanno scelto di utilizzare Ancitel sono stati penalizzati, poiché il server dell'Anci si è trovato in sovraccarico penalizzando proprio i comuni clienti. 

Scorrendo la classifica si può facilmente notare come siano stati avvantaggiati i comuni con facile accesso alla banda larga, visto che il caricamento della domanda ed il successivo arrivo presso la struttura ricevente era strettamente legato alla velocità di connessione. A ciò si poteva ovviare preferendo, al posto dell'ora di arrivo, quella di invio.

Nel frattempo, visto il successo del programma, il ministro Lupi ha fatto sapere che è intenzione del governo destinare nuove risorse fino al 2015.
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L'ingegnere in volo!

4/1/2014

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Qualche mese fa decisi di acquistare un piccolo drone, dotato di una fotocamera di ottima qualità, per poter effettuare dei rilievi su coperture di alcuni fabbricati al fine di consentire il montaggio di impianti fotovoltaici. Mai mi sarei immaginato, però, che questa tecnologia si potesse sviluppare ed espandere in così poco tempo fino ad abbracciare molteplici settori dell'ingegneria civile.

Attualmente, infatti, i droni vengono utilizzati per realizzare rilievi su edifici e su zone di territorio colpite da dissesto idrogeologico. 

La sfida ora è quella di utilizzare le tecniche di rilevazione aerea per un numero sempre più elevato di edifici. I droni risultano ideali per mappare le strutture di grandi dimensioni come i condomini e possono, dunque, essere utili nel caso di progetti di riqualificazione di interi quartieri. Per non parlare poi di situazioni in cui è necessario un tempestivo intervento sulle strutture, come ad esempio nel caso di lesioni e/o crolli a seguito di eventi sismici o calamità naturali.
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Sesto anno di contrazione consecutiva!

4/1/2014

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Secondo il Sole 24 Ore, i servizi di ingegneria hanno perso nel 2013 circa 400 milioni di euro chiudendo l'anno con l'ennesima battuta d'arresto. 

L'analisi non lascio spazio all'ottimismo. Perdono tutti, seppure in maniera diversa: dalle società ai liberi professionisti, nessuno è riuscito a mettersi al riparo dalla contrazione degli affari. Così, mentre il numero degli operatori continua a salire, i redditi scendono sotto i livelli del 2001. Al momento la media del reddito annuale degli ingegneri, secondo la ricerca, è intorno ai 34 mila euro, numeri lontanissimi dal 2008, quando si sfondava il muro dei 40 mila euro ed addirittura inferiori ai valori del 2001.


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No allo stadio teatro!

4/1/2014

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Anni fà, spinto dalla consapevolezza che il patrimonio dell'impiantistica italiana è a livelli del Terzo Mondo, decisi di frequentare alcuni convegni, organizzati dal C.O.N.I. nella sua sede nazionale a Roma, sulla progettazione di impianti sportivi. Intervennero diversi autorevoli esperti italiani del settore, ma già in quelle poche e sfuggevoli occasioni, capii che il destino dell'impiantistica italiana sarebbe stato lungo e tortuoso.

Oggi che la legge sugli stadi è un'esigenza quasi naturale per il futuro del calcio, lo sport per eccellenza in Italia, capisco che non si potrà mai raggiungere il livello di qualità che ho visto in alcuni viaggi aldilà dell'Atlantico. E questo mi lascia basito!

Non riesco a comprendere, perchè non si possano creare degli stadi dove le persone normali possano gustarsi la partita in pieno confort, seduti su poltrone degne di un cinema e circondati da negozi vari. A volte ascolto le dichiarazioni dei dirigenti sportivi, affermare che in Italia non c'è la cultura di andare allo stadio per vedere la partita e che i tifosi distruggerebbero qualsiasi cosa inserita nel contesto "curva". Ancora più basito! Anche perchè un pò di verità c'è in questo. I tifosi sono i primi a non voler lo stadio-teatro. Loro vogliono vivere la partita nelle peggiori condizioni possibili, naturalmente parlo degli ultras.

E poi che bisogno c'è di fare una legge per accelerare le procedure per costruire nuovi stadi? La burocrazia ci sta mangiando senza che accorgercene ed ancora continuano a complicare le cose.

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    Autore

    Gaetano Zupo


    "Ingegnerizzami" 
    è curato dall'
    ing. Gaetano Zupo.
     
    Raccoglie tutto quello che di meglio hanno realizzato le tecniche ingegneristiche nel Mondo. 


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