Il progetto definitivo prevede la realizzazione di un ponte sospeso a campata centrale unica di lunghezza pari a 3.000 metri, con un impalcato di complessivi 3.666 metri e una larghezza di 60 metri. La sezione stradale dell’impalcato è composta da tre corsie per ogni carreggiata, ciascuna di 3,75 metri, mentre la sezione ferroviaria comprende due binari con due marciapiedi laterali pedonali. Il costo dell’opera, al 30 aprile 2011 è pari a 6.350.000.000 (Fonte Corte dei Conti – Delibera n. 24/2009/G).
Il Ponte è l'anello mancante allo sviluppo economico del Sud, una concreta opportunità per far decollare finalmente l'economia meridionale e per accorciare le distanze fisiche ed economiche e le molte differenze che separano la Sicilia dal resto dell'Italia. La realizzazione del progetto permetterebbe il completamento del Corridoio TEN-T1 Berlino-Palermo e premetterebbe di far capire all’Europa che l’allargamento verso il Sud è più importante di quello finora percepito. Perché l’alternativa è quella di restare marginali e periferici rispetto alla grande aggregazione dei paesi nord europei. Il grande problema della valorizzazione ottimale dei territori meridionali deve diventare il nodo centrale sia dell’Unione Europea sia dell’Italia. In Spagna la prima linea di alta velocità è stata costruita tra Madrid e Siviglia e non verso Barcellona, proprio perché il problema della valorizzazione ottimale dei territori a ritardo di sviluppo è per quel paese una priorità. Il rischio per l’Italia è di diventare un paese marginale se non saprà ricomporre i divari e rendere tutto il suo territorio capace di produrre reddito e di essere attrattivo.
Le zone che dall’investimento del ponte avranno maggiori vantaggi sono proprio nel Mezzogiorno e in particolare le due aree di Reggio Calabria e Messina. Ma proprio da queste aree proviene forse l’opposizione più agguerrita. In queste zone sono ancora tanti quelli dominati dalla “logica dell’altro”, cioè dall’esigenza di pensare prioritariamente agli ospedali, agli acquedotti, alle strade e a tutte le carenze esistenti. Ma la risposta a tale perplessità è la considerazione che non sono le cattedrali che non vanno costruite, ma sono i deserti che vanno bonificati. Peraltro, i soldi destinati al ponte, se non serviranno per finanziare quella che diventerà una delle grandi opere che la tecnologia moderna avrà costruito nel ventunesimo secolo, saranno utilizzati per finanziare qualche altro grande investimento. E certamente l’investimento non potrebbe essere destinato per portare l’acqua a Caltanissetta o Locri, per le quali opere dovrebbero bastare le risorse che i cittadini versano allo Stato con l’imposizione diretta e indiretta. C’è poi da dire che con la “logica dell’altro” si rischia di imbalsamare il Mezzogiorno a un eterno immobilismo, che non è utile a nessuno. Si dovrebbe iniziare a pensare che se si dovesse realizzare il Ponte, forse, sarà più facile avere un sistema di trasporto migliore e più efficace. Del resto la costruzione del Ponte renderà indispensabile il completamento delle attuali reti stradali e ferroviarie. L’inserimento dell’alta velocità tra Napoli e Palermo, sarebbe già di per sé, una buona ragione per la sua costruzione.
Per comprendere meglio le ricadute economiche e sociali che l’insediamento del Ponte sullo Stretto dovrebbe generare sulla società civile analizziamo i possibili e probabili benefici che ne potrebbero scaturire. Di seguito una sintesi delle principali motivazioni economico-sociali a supporto del progetto:
1. Il Ponte di Messina è una maestosa opera d'arte, un monumento tecnologico che darebbe prestigio a tutta l’Italia generando un’importante attrazione turistica e vantaggiose ricadute economiche. Basti pensare che diventerebbe una delle opere più importanti e complesse al mondo, al pari di opere quali il Ponte Golden Gate di San Francisco, il Ponte di Akashi Kaikyō, il Ponte di Verrazzano a New York. Sarebbe un’operazione di marketing territoriale importante, in quanto aprirebbe i riflettori su un’area considerevole per popolazione e territorio. Un’area, tra l’altro, dalle enormi potenzialità, se si considera che essa comprende quattro aeroporti internazionali, porti importanti, tra i quali quello di Gioia Tauro, un numero enorme di località turistiche e produzioni agricole specializzate.
2. Costruire il ponte darà il via a tutta una serie di meccanismi virtuosi che miglioreranno nettamente lo scenario dei trasporti e dei collegamenti Sicilia-Continente, sia per quanto riguarda il trasporto su gomma sia quello su rotaia. Il Ponte di Messina sarebbe un'opera di utilità sociale, utile a rilanciare l'uso delle ferrovie in Sicilia, fatto fortemente penalizzato dalla necessità di dover smontare i treni per varcare lo Stretto con una perdita di tempo di circa 90 minuti con gravi disagi per i viaggiatori e deperimento delle merci.
3. La realizzazione dell’opera incrementerà l’occupazione locale gravemente depressa. Infatti nei sei anni di cantiere, previsti dal cronoprogramma dei lavori del progetto definitivo approvato, saranno coinvolte direttamente e indirettamente circa 13.000 unità lavorative annue. Inoltre, se non si vuole che l’area si spopoli delle sue migliori risorse, come peraltro sta già accadendo, sono necessari massicci investimenti nella zona;
4. La Sicilia diventerebbe più raggiungibile anche per i turisti, che eviterebbero le interminabili code per accedere ai traghetti e saranno quindi invogliati a scegliere la terra siciliana come meta delle loro vacanze. Il Ponte sullo Stretto permetterebbe un risparmio di circa 2 ore nel trasporto ferroviario viaggiatori, un tempo pari circa alla tratta Roma-Bologna. Tale è il tempo che attualmente le Ferrovie dello Stato impiegano per preparare e imbarcare un treno viaggiatori per traghettarlo e per ricomporlo a destinazione (tempo calcolato dall'arrivo alla stazione di Villa S. Giovanni e la ripartenza dalla stazione di Messina). Il tempo relativo al traghettamento dei treni merci è invece superiore il più delle volte in quanto legato a differente logistica. Il Ponte inoltre rimuoverebbe un ostacolo all'alta velocità in Sicilia. L'unione dei due interventi permetterebbe con le tecnologie impiegate nel resto d'Italia di collegare Palermo a Roma in circa 6 ore.
5. L'inquinamento marino e ambientale prodotto dai molti traghetti che attraversano lo Stretto di Messina si annullerebbe con la costruzione del Ponte.