I limiti dimensionali delle costruzioni in muratura portante dipendono da numerosi fattori quali:
- località di progetto;
- regolarità geometrica in pianta ed in altezza del fabbricato;
- natura del terreno;
- presenza o meno di armature.
Su tale tipologia costruttiva si riscontrano pregiudizi ingiustificati che portano ad una diffidenza più o meno importante. Gran parte dei timori derivano da una errata assimilazione del comportamento statico degli edifici in muratura. Quando accade un terremoto, i giornalisti amano usare questo sillogismo: la maggior parte degli edifici crollati o che subiscono ingenti danni, sono in muratura, ergo, le costruzioni in muratura presentano scarsa affidabilità per le azioni sismiche. Ma a tutto ciò andrebbe aggiunto, per completezza, che gli edifici che subiscono i danni più ingenti sono quelli storici, cioè quelli costruiti con tecniche costruttive ormai superate.
La moderna concezione degli edifici in muratura portante, resa obbligatoria dalle norme tecniche, tende alla progettazione ed edificazione di fabbricati il cui comportamento sia di tipo scatolare. Ciò porta a diversi benefici.
In primo luogo scaricando i carichi su supporti continui sollecita meno l’apparato fondale in termini flessionali. Da ciò consegue un utilizzo di sezioni resistenti inferiori ed un minor uso di armature sia a flessione sia a taglio.
Per quanto concerne le strutture in elevazione, potendo contare sul supporto murario la travatura in cls armato viene ridotta ad una cordolatura che implica una riduzione dei quantitativi di conglomerato cementizio e di armatura.
A tutto ciò si aggiungano delle considerazioni sul comfort termico. In questo senso si può beneficiare dello sfasamento dell’onda termica, della maggiore insonorizzazione acustica e di una maggiore traspirabilità dei muri.