Il Piano è stato redatto in attuazione dell'articolo 29 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n.164, Sblocca Italia. .
Il Piano individua una strategia integrata, con azioni da compiere sia nei porti sia sulla loro accessibilità al fine di potenziare il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo e negli scambi internazionali. La strategia è articolata per dieci Obiettivi strategici, declinati al loro interno in specifiche e dettagliate azioni:
- Semplificazione e snellimento;
- concorrenza, trasparenza e upgrading dei servizi;
- miglioramento accessibilità dei collegamenti marittimi;
- integrazione del sistema logistico;
- miglioramento delle prestazioni infrastrutturale;
- innovazione;
- sostenibilità;
- certezza e programmabilità delle risorse finanziarie;
- coordinamento nazionale e confronto partenariale;
- attualizzazione della governance del sistema.
In particolare il piano definisce una strategia di intervento ipotizzando l'istituzione di Autorità di Sistema Portuale (AdSP).
In prospettiva, il Piano costituirà uno dei piani di settore che andranno a confluire in un documento programmatico più ampio, plurisettoriale e plurimodale, e, segnatamente, nel Documento di Programmazione Pluriennale che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti intende redigere ed approvare entro la fine del corrente anno 2015, secondo il disposto del decreto legislativo n. 228/2011, e nella cornice del Piano Strategico Nazionale dei Trasporti e della Logistica.
Per quanto riguarda le risorse, il piano mette a sistema i fondi disponibili per la portualità e i trasporti marittimi. In particolare 700 milioni destinati dalla Ue alle Regioni del Mezzogiorno per infrastrutture portuali (Pon, Por, Fesr) cui si aggiungono 300 milioni già disponibili. Altre risorse potranno arrivare dai finanziamenti della Banca Europea e dagli investimenti legati al Piano Juncker.