Tuona Zambrano, Presidente del CNI: “Una cosa inaccettabile!”: è un ulteriore balzello per i professionisti e per i loro clienti e non ha nessuna finalità di lotta all’evasione e al sommerso. “(…) Tale lotta non può essere utilizzata come paravento per taglieggiare ulteriormente un sistema professionale che affronta una crisi drammatica senza alcun sostegno pubblico”.
Dal 1° gennaio 2014 coloro che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi dovranno accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di debito o altri strumenti di pagamento elettronici. Gli ingegneri stimano che circa 60 milioni di euro possano trasformarsi da reddito dei professionisti a rendita per il sistema bancario.
La novità è frutto del Cresci-Italia 2.0, ovvero il decreto sulla digitalizzazione dell’Italia, fortemente voluto dal Governo Monti e in modo particolare dal Ministro Passera (ex amministratore delegato di Banca Intesa). Sebbene l’attuazione dell’obbligo sia subordinata all’emanazione di alcuni decreti attutivi, questi ultimi potranno prevedere l’estensione a ulteriori strumenti di pagamento elettronici, anche con tecnologie mobili.
Basta fare qualche calcolo per accorgersi di quanto sia onerosa questa misura. Al professionista è richiesto di farsi carico dei costi di installazione del POS (mediamente intorno ai 100 euro), del pagamento di un canone mensile (mediamente intorno ai 30 euro) e del pagamento di una commissione su ogni transazione che può superare anche il 3%. Supponendo una commissione media dell’1% su ogni transazione, per le sole prestazioni erogate dai professionisti tecnici nel settore delle costruzioni, si tratta di 60 milioni di euro l’anno!
Il Presidente del CNI sottolinea come gli onorari dei professionisti siano stati ormai ridotti al lumicino dall’abrogazione delle tariffe e da una crisi di mercato che porta gli stessi professionisti, per ottenere gli incarichi, a praticare ribassi medi di oltre il 40% (con punte superiori all’80%) nel settore dei bandi di progettazione.
Gli ingegneri sostengono che il divieto di effettuare pagamenti superiori a 1.000 euro è già sufficiente a sradicare la quasi totalità dei pagamenti in nero per i professionisti, in particolare per quelli tecnici, che chiedono l’immediata cancellazione della contestata disposizione e che eventuali misure sostitutive di lotta all’emersione siano introdotte a “costo zero” per i professionisti, già costretti ad affrontare da soli la più grave crisi economica del dopoguerra.
Io mi chiedo ma i nostri rappresentanti e noi tutti liberi professionisti quando ci decideremo a far sentire la nostra voce facendo terminare tutte queste inutili innovazioni che stanno facendo morire il sistema ingegneristico italiano.