Lo scrivente evidenziava, come i tagli alla spesa pubblica corrente e agli investimenti siano diventati causa primaria della riduzione o, ancora più grave, della mancanza di manutenzione. In Italia, nel 2012, i budget destinati alla manutenzione delle strade, ad esempio, erano al di sotto dai valori internazionalmente riconosciuti come accettabili affinchè si possano avere delle pavimentazioni stradali coerenti con gli standard delle norme tecniche.
Volendo trascurare gli effetti sull'utenza in termini di rischio generato dalla non manutenzione, ciò che sorprende maggiormente in un contesto in cui è l'economia a dominare le scelte è che è proprio dal punto di vista economico sbagliato non fare manutenzione. Infatti, è ampiamente dimostrato come la manutenzione preventiva, tempestiva rispetto alla formazione dei dissesti farebbe risparmiare intorno ai 2/3 euro per ogni euro speso.
Attualizzando, la spending review che i vari governi hanno attuato in questi anni, è andata si ad incidere sui più disparati settori per cercare di colpire gli sprechi ma paradossalmente pare non valuti i costi aggiuntivi delle non spese. Ogni anno che passa, l'arretrato manutentivo cresce e va ad ingigantire i costi reali che prima o poi dovranno essere affrontati se si vogliono riportare le infrastrutture alle condizioni che sarebbero coerenti con le istanze dell'utenza.
In estrema sintesi, più ci saranno tagli alla manutenzione e più aumenteranno, anno dopo anno, i costi diventando insostenibili con la conseguenza che le poche risorse disponibili si continueranno ad utilizzare per tamponare le emergenze.
Elementare Watson!