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Mobilità elettrica!

29/9/2017

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La mobilità elettrica è fuor di dubbio una delle innovazioni di maggior interesse dell'ultimo decennio. La crescita del settore presenta numeri interessanti, anche se ancora non ha espresso tutto il suo potenziale. Nel 2016 sono state vendute nel mondo circa 800 mila vettura elettriche, con una crescita del 40% rispetto al 2015. 

L'Italia non occupa certo una posizione di rilievo in questo settore, rappresentando solo lo 0,1 % del mercato. Le ragioni di questo basso interesse sono da ricercarsi:
- Uno dei livelli di incentivazione tra i più bassi d'Europa per l'acquisto di veicoli elettrici;
- Poche colonnine di ricarica sul territorio nazionale.
Nel nostro paese si possono stimare infatti circa 9000 punti di ricarica, di cui l'80% è privato. E' il cosiddetto PNIRE a governare lo sviluppo dell'infrastruttura di ricarica nel nostro paese, avendo come target al 2020 l'installazione di 13 mila punti di ricarica normal power e 6 mila punti high power.

E' proprio in questo contesto che si inserisce la proposta di legge n. 246/10 "Disposizioni per favorire la diffusione della mobilità elettrica nella regione Calabria e sviluppare la rete infrastrutturale per la ricarica delle vetture", presentata dal Consigliere Regionale Orlandino Greco, che punta a promuovere e sviluppare il settore nella nostra regione. L'articolato sostanzialmente permetterebbe da una parte di ricevere una incentivazione per l'acquisto di veicoli elettrici, dall'altra stimolerebbe la realizzazione e lo sviluppo di una rete capillare di punti di ricarica.

Gli strumenti per poter attuare un programma regionale di mobilità elettrica sono già presenti a livello europeo e nazionale. Il CIPE, il 3 marzo 2017, ha deliberato uno stanziamento di 250 mln di euro per la regione Calabria, al fine di effettuare interventi sulla mobilità sostenibile.

E' necessario quindi l'impegno da parte del Consiglio Regionale ad approvare la proposta di legge n. 246/10 e passare alla sua attuazione.

Non possiamo permetterci di perdere anche questa partita: la mobilità elettrica rappresenta già il presente!
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Premesso che!

28/9/2017

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Premesso che:
​• Il Ponte sullo Stretto è l'anello mancante allo sviluppo economico del Sud, una concreta opportunità per far decollare finalmente l'economia meridionale e per accorciare le distanze fisiche ed economiche e le molte differenze che separano la Sicilia dal resto dell'Italia. La realizzazione del progetto permetterebbe il completamento del Corridoio TEN-T1 Berlino-Palermo e permetterebbe di far capire all’Europa che l’allargamento verso il Sud è più importante di quello finora percepito. Perché l’alternativa è quella di restare marginali e periferici rispetto alla grande aggregazione dei paesi nord europei. Il grande problema della valorizzazione ottimale dei territori meridionali deve diventare il nodo centrale sia dell’Unione Europea sia dell’Italia. In Spagna la prima linea di alta velocità è stata costruita tra Madrid e Siviglia e non verso Barcellona, proprio perché il problema della valorizzazione ottimale dei territori a ritardo di sviluppo è per quel paese una priorità. Il rischio per l’Italia è di diventare un paese marginale se non saprà ricomporre i divari e rendere tutto il suo territorio capace di produrre reddito e di essere attrattivo;

• Le zone che dall’investimento del Ponte avranno maggiori vantaggi sono proprio nel Mezzogiorno e in particolare le due aree di Reggio Calabria e Messina. Ma proprio da queste aree proviene forse l’opposizione più agguerrita. In queste zone sono ancora tanti quelli dominati dalla “logica dell’altro”, cioè dall’esigenza di pensare prioritariamente agli ospedali, agli acquedotti, alle strade e a tutte le carenze esistenti. Ma la risposta a tale perplessità è la considerazione che non sono le cattedrali che non vanno costruite, ma sono i deserti che vanno bonificati. Peraltro, i soldi destinati al ponte, se non serviranno per finanziare quella che diventerà una delle grandi opere che la tecnologia moderna avrà costruito nel ventunesimo secolo, saranno utilizzati per finanziare qualche altro grande investimento, ma in un’altra regione europea. E certamente l’investimento non potrebbe essere destinato per portare l’acqua a Caltanissetta o a Locri, per le quali opere dovrebbero bastare le risorse che i cittadini versano allo Stato con l’imposizione diretta e indiretta. C’è poi da dire che con la “logica dell’altro” si rischia di imbalsamare il Mezzogiorno a un eterno immobilismo, che non è utile a nessuno. Si dovrebbe iniziare a pensare che se si dovesse realizzare il Ponte, forse, sarà più facile avere un sistema di trasporto migliore e più efficace. Del resto la costruzione del Ponte renderà indispensabile il completamento delle attuali reti stradali e ferroviarie. L’inserimento dell’alta velocità tra Napoli e Palermo, sarebbe già di per sé, una buona ragione per la sua costruzione;

• Il Ponte sullo Stretto sarebbe una maestosa opera d'arte, un monumento tecnologico che darebbe prestigio a tutto il Paese generando importanti ritorni economici e incrementando l’attrattività turistica di Calabria e Sicilia. Il Ponte sullo Stretto diventerebbe una delle opere più importanti e complesse al mondo, al pari del Golden Gate di San Francisco, del ponte di Akashi Kaikyō e del ponte di Verrazzano a New York. Un’occasione importante per accendere i riflettori su un’area dalle enormi potenzialità che comprende quattro aeroporti internazionali, porti importanti, tra i quali quello di Gioia Tauro, un numero enorme di località turistiche e produzioni agricole specializzate. Positivo sarebbe l’impatto anche per ciò che concerne la mobilità su rotaia. Infatti, il Ponte sullo Stretto permetterebbe un risparmio di circa due ore nel trasporto ferroviario viaggiatori, un tempo pari circa alla tratta Roma-Bologna. Tale è il tempo che attualmente le Ferrovie dello Stato impiegano per preparare e imbarcare un treno viaggiatori per traghettarlo e per ricomporlo a destinazione;

• L'inquinamento marino e ambientale prodotto dai molti traghetti che attraversano lo Stretto di Messina si annullerebbe con la costruzione del Ponte. Legambiente cita i dati attuali di attraversamento dello Stretto, affermando che questi numeri siano insufficienti per giustificare la costruzione del Ponte stesso. Ma Legambiente dovrebbe studiare il caso del ponte Øresund. Questo ponte, infatti, collega dal 2000 le città di Copenaghen in Danimarca e Malmoe in Svezia. Fin dalla sua apertura ha conosciuto dei tassi di crescita costanti di attraversamento, permettendo ai cittadini delle due città di poter spostarsi facilmente, per lavoro o per turismo, tra le due città. Mentre prima solo diecimila persone si spostavano tra le due città, oggi quasi 220.000 persone attraversano giornalmente il ponte;
​
• Le conseguenze economiche derivanti dalla non costruzione del Ponte si ripercuoteranno per anni. L’impresa appaltatrice riceverà penali per centinaia di milioni di euro, gli enti territoriali, da anni impossibilitati a programmare lo sviluppo delle aree interessate dal Ponte, pretendono giusti indennizzi, i proprietari dei terreni oggetto di esproprio richiedono il riconoscimento dei danni subiti. Sarà un contenzioso che durerà quanto la costruzione dell’opera, che potrà implicare un esborso di risorse pubbliche non inferiori alla metà del costo del Ponte;

Nonostante queste motivazioni di natura politica e tecnica, la reazione popolare all’ipotesi della realizzazione dell’opera resta di ferma contrarietà. Molti contestano il fatto che in questo particolare momento storico e sociale sia prioritario spendere soldi pubblici per gli ospedali, gli acquedotti, le strade e le scuole. Nessuno potrebbe negare quanto questa affermazione coerente con l’attuale condizione in cui versa il Paese, ma la realtà è che i soldi destinati al Ponte, essendo a destinazione obbligata, se non serviranno per finanziare quella che potrebbe diventare una delle più grandi opere del secolo, saranno utilizzati per finanziare qualche altra grande opera nel nord Italia o in qualche altro stato della comunità europea. Oltretutto si tratta di un’opera da realizzare tramite progetto di finanza, con un’importante partecipazione alla spesa da parte di società private.
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    Gaetano Zupo


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    è curato dall'
    ing. Gaetano Zupo.
     
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