
Sempre secondo il vice-presidente Stasi, gli eucalipti sopravvissuti all'abbattimento, posti sotto sequestro dalla Magistratura, che si trovano lungo il prolungamento della pista impedirebbero l’installazione dell’Ils, Instrument landing system, ovvero l’apparato necessario per l’effettuazione di atterraggi strumentali di precisione.
L’installazione dell’Ils, sarebbe fra le condizioni poste dalla compagnia low-cost Ryanair per operare sull’aeroporto.
Senza voler entrare nelle vicende che coinvolgono la società di gestione dell’aeroporto "S. Anna" che ha difficoltà nel reperire la modesta somma di 130.000 Euro (come riportato da "Il quotidiano" dell'8 marzo scorso), per evitare di essere messa in liquidazione, ci sembra che le conclusioni del vice-presidente della Regione Calabria, siano un po’ riduttive.
Prima di tutto, bisogna dire che dall’analisi della documentazione aeronautica disponibile, la situazione infrastrutturale e di assistenza al volo dell’aeroporto non è certo felice. Ma andiamo con ordine.
Gli ostacoli posti sul prolungamento della pista, che bucano il piano della superficie di protezione alle traiettorie degli aerei, non sono solo alberi: ci sono anche pali ed edifici. Inoltre un gruppo di generatori eolici interferirebbe anch’esso con le procedure strumentali di precisione, (vedi il Notam NOTAMR B2206/12).
Per quanto riguarda l’infrastruttura, c’è un problema di conformità delle “Strip” di sicurezza parallele alla pista. La documentazione aeronautica sull’aeroporto parla chiaro: ”Attenzione dimensioni laterali delle Rwy strip non in conformità alle indicazioni dell’Annesso 14 Icao (International civil aviation organisation NdR) per piste strumentali”, talchè ( vedi il Notam NOTAMR B7642/12) l’Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile con la disposizione numero 140051/SOV/A.O del 14 gennaio del 2004 ha prescritto l’obbligo di incrementare del 20% le minime operative per gli avvicinamenti strumentali e la riduzione del 30% dei limiti massimi di vento al traverso applicabili a seconda del tipo di aereo per i medesimi avvicinamenti.
Sempre dalla documentazione ufficiale, si legge che i punti di mira e le zone di contatto non sono conformi all’Annesso 14 Icao e che le procedure di avvicinamento e di partenza sono poste al di fuori degli spazi aerei controllati; inoltre sull’aeroporto non c’è un servizio di Twr ma è presente solo un Afiu, Aeronautical flight informaton unit, che notoriamente non “Controlla” il traffico aereo ma si limita a fornire “Informazioni” .
I problemi sono dunque più d’uno e non certo risolvibili in tempi brevi. Ci sembrerebbe allora normale , anche alla luce della recente approvazione del piano aeroportuale nazionale, piuttosto che buttare al vento milioni di Euro per finanziare compagnie aeree che altrimenti si guarderebbero bene dall’impegnarsi in un aeroporto che non garantisce loro né continuità operativa né coefficienti di riempimento accettabili, si investa per migliorare la viabilità d’accesso ad altri aeroporti calabresi che invece godono di buona salute.
La città di Crotone, dista 104 km da quello di Lamezia Terme; per raggiungerlo seguendo la viabilità si impiegano in condizioni di traffico normale, 1h e 48’ ; la strada è perciò percorribile a circa 58 km/h: non ci sembra perciò completamente campata per aria l’ipotesi di investire nel miglioramento della rete stradale per accorciare i tempi di viaggio e consentire quella concentrazione di risorse indispensabile a infrastrutture complesse come gli aeroporti per operare reggendosi sulle proprie gambe.