Questa è la versione ufficiale della Shell Italia incaricata di realizzare il sondaggio dei fondali marini al largo della Puglia, con l’obiettivo di cercare tracce di oro nero. Una nave percorrerà la costa propagando onde acustiche che saranno registrate e poi digitalizzate. Nei sei mesi successivi all’indagine, i tecnici analizzeranno le registrazioni e capiranno, dalla struttura geologica delle rocce, se vi siano punti che potrebbero contenere giacimenti di idrocarburi. C’è una buona probabilità che lo Ionio settentrionale contenga giacimenti di idrocarburi, anche se affinché si possa iniziare con le trivellazioni, la quantità di petrolio e gas naturale dovrà essere considerevole.
Naturalmente contro la decisione della Shell si sono uniti tutti gli amministratori dei vari enti interessati, con a capo il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. A loro avviso queste indagini e le successive perforazioni porterebbero un danno incalcolabile all’ambiente marino e di conseguenza allo sviluppo turistico della regione.
Come dargli torto, ma c’è da dire che se l’Italia non si adegua al passo dei tempi resterà sempre indietro. L’impatto ambientale è certamente un aspetto importantissimo quando si tratta di grandi opere, ma c’è una commissione specifica al Ministero dell’Ambiente che si occupa dei casi e se il loro parere è favorevole bisogna andare avanti.