Le regole contenute nel nuovo DM differiscono fortemente dai vecchi riferimenti tariffari. In primo luogo si ha un unico parametro che esprime la percentuale per tutte quelle che in passato venivano chiamate classi e categorie. Altro elemento fondamentale è il grado di complessità G, funzione della complessità della prestazione, in linea con i sistemi tariffari attualmente in vigore in Europa. Tecnicamente il compenso si ottiene mettendo in relazione le singole categorie componenti l'opera con il parametro Q (la somma delle aliquote parziali che compongono l'opera), il parametro G (il grado di complessità attribuito a ciascuna opera) ed il parametro P (il valore percentuale posto a base di calcolo per ogni categoria).
La modalità con la quale saranno applicate le nuove tabelle, in vigore dal 21 dicembre scorso, è tutt'altro che un dettaglio. Non è un caso che architetti ed ingegneri si siano immediatamente affrettati a mettere a disposizione delle PA un software di calcolo: Blumatica Corrispettivi Opere Pubbliche. L'obiettivo, da un lato, è di evitare che nei primi mesi di applicazione del nuovo decreto ci siano degli errori di calcolo. Dall'altro, si vuole bloccare la nascita di un mercato dei software che speculi sul decreto.